Qualche idea e motivazione

Come è nata questa Prima Edizione del FESTIVAL PORTA D’ORIENTE 2023 forse sarà argomento di approfondimento in altre occasioni. E’ un Festival complesso, per la gestione di differenti proposte, operatori, esigenze, responsabilità, burocrazia, organizzazione in vari settori. Insomma, è una iniziativa molto impegnativa. Ma da uno sforzo iniziale di pochi, è da gennaio 2023 che ci stiamo lavorando, da una visione solitaria, sempre più sta diventando una partecipazione corale, dove si sente l’interesse e la gioia di essere presenti, di far parte di questa famiglia, di questo organismo, il Festival. Quello che gli operatori ci stanno portando, con le loro forze, osservo che stanno colmando il contenitore, riempiendolo di energie, buone, solari, fresche. Siamo certi che tutto questo passerà e verrà recepito dal pubblico partecipante.

IL PERCORSO DI CREAZIONE

Introduzione
Le Marche devono il loro nome al fatto che, per vicende storiche e per sua conformazione orografica, nel periodo del Sacro Romano Impero, era una regione geografica con una presenza di MARK, zone di confine, punti di passaggio da uno stato territoriale all’altro, molto numeroso. La regione si chiama così perché segnava uno dei confini del Sacro Romano Impero. Ed in particolare Carlo Magno e i successivi imperatori affidarono ai marchesi vari feudi, i marchesati, tra cui anche la Marca di Fermo, la Marca di Camerino, la Marca Anconitana. Questo spiega anche perché la Regione Marche porta un nome al plurale.

Le motivazioni
Questo concetto di zona di confine, di punto di separazione ma anche di passaggio, ci fornisce lo spunto, con il FESTIVAL PORTA D’ORIENTE, di rappresentare un grande evento in maniera corrispondente e traslata, accogliendo argomenti correlati e spesso provenienti, ma non solo, dall’Est del Mondo. Ed in questo contesto e con questa motivazione, ovvero una porta che metta in comunicazione mondi diversi fra di loro, come un passaggio di stato dal materiale a quello spirituale, tra il conosciuto e lo sconosciuto, tra l’usuale ed il diverso, tra l’Occidente e l’Oriente, che ci apprestiamo all’organizzazione del FESTIVAL PORTA D’ORIENTE.

Il luogo
La scelta della suggestiva collocazione del FESTIVAL PORTA D’ORIENTE, nel borgo di Mombaroccio, con la sua bella porta principale di accesso al centro storico e all’abitato protetto entro le mura, che in questo contesto può rappresentare l’accesso all’anima, a differenti mondi interiori ed esteriori, e l’abbraccio affettuoso delle mura di chiunque vi entri, ci indica la via e ci suggerisce l’entrata in contatto con mondi sconosciuti, che i nostri sistemi e modi di vivere quotidiani, assorti come siamo dall’idea che la vita sia dedicata alla produzione, al lavoro, al guadagno, spesso ci distolgono dal frequentare.
Per Mombaroccio sarà un’altra occasione di estrema visibilità, sia nel contesto vicinale e regionale, che di quello nazionale e anche più a distanza. Saranno attivate svariate modalità di promozione che faranno pubblicità all’evento.

Il confronto
Un tempo remoto la conoscenza di mondi molto lontani geograficamente, e quindi delle loro culture, dei loro saperi, di mondi lontani interiori, era territorio quasi esclusivo dei grandi viaggiatori e ricercatori, sia quelli fisici che spirituali, e spesso era etichettato come esotico ed esoterico, ed era perlopiù ignorato dalla grande popolazione, se non come influenze culturali che pian piano, molto lentamente, potevano entrare nell’uso comune. Oggi, le cose sono cambiate e molto, la comunicazione e connessione globale, grazie ad internet, la velocità nell’entrare in contatto a distanza con realtà molto lontane dalle proprie, i commerci e gli spostamenti migratori delle popolazioni, ci consentono una fruizione ed ampia scelta di confronto, qualche volta dettate da mode effimere e superficiali o anche distorte.

Maurizio Puxeddu (Direttore Artistico)

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